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Consorzio Italiano Compostatori -10 consigli per una raccolta differenziata dell’organico corretta

Con l’arrivo dell’estate ormai imminente e il conseguente aumento delle temperature, fare una corretta raccolta differenziata dell’organico  è fondamentale, oltreché per evitare gli sprechi, anche per limitare i cattivi odori.
Il CIC Consorzio Italiano Compostatorifornisce 10 utilissimi consigli  per evitare una scorretta gestione dei rifiuti organici. L’articolo è consultabile sul sito: www.cignoverdecoop.it  

Vetro e organico, la coppia che scoppia

La nostra cultura, figlia dell’arte e del progresso tecnologico-scientifico, ci svela che l’identità linguistica attraverso cui definiamo le cose si evolve continuamente, aprendosi alla possibilità di contenere in un’unica definizione molteplici significati a volte anche apparentemente opposti.

È questo il caso dei rifiuti raccolti in maniera differenziata, altrimenti detti materie prime seconde.

Rifiuti come risorse, dunque.

Rifiuti che attraverso il lavoro delle filiere virtuose del recupero presenti in Italia vengono valorizzati e trasformati in nuovi materiali, prodotti ed oggetti.

È quello che Progeva si impegna a fare attraverso il processo di compostaggio degli scarti organici provenienti da raccolta differenziata, da cui deriva una preziosa materia prima seconda che è il compost di qualità certificata, fertilizzante naturale utile a salvaguardare e incrementare fertilità e produttività dei terreni agricoli e fondamentale alleato nella lotta alla desertificazione, al cambiamento climatico e nelle attività di bioremediation.

Ma la filiera del recupero del rifiuto organico non è certamente l’unica a rimettere in circolo risorse sottraendole a destinazioni improprie quali la discarica e/o l’inceneritore, con conseguente abbattimento dei costi economici ed ambientali che ne deriverebbero.

Esiste, in particolare, un’altra filiera altrettanto virtuosa, rappresentata da quello che ad oggi è un settore portante dell’economia italiana: il riciclo del vetro, pratica già diffusa, si pensi, presso gli Antichi Romani.

Il vetro è composto al 100% di materiali naturali (sabbia, carbonato di sodio e carbonato di calcio) e diversamente rispetto ad altre materie prime, ha la possibilità di essere riciclato innumerevoli volte senza scadimenti qualitativi, dunque recuperato e reimmesso nel ciclo produttivo, determinando impatti postivi sull’ambiente, sul consumo di risorse e di energia.

È quindi a pieno titolo tra le materie prime che non esauriscono il loro potenziale nel momento in cui cessano di avere un’utilità per l’utilizzatore ma possono, invece, continuare ad essere recuperate infinite volte generando valore ambientale, sociale ed economico.

Tuttavia, affinché questo accada è necessario che ciascuno si impegni ad adottare comportamenti virtuosi, responsabili e innanzitutto consapevoli partendo dal presupposto che la qualità dei rifiuti da raccolta differenziata destinati a recupero è il principio fondamentale che giustifica la raccolta stessa.

La nostra azienda si impegna a diffondere questa consapevolezza anche e soprattutto attraverso l’informazione fornita a clienti, partner, fornitori e cittadini.

A tal proposito, una delle criticità con le quali l’impianto di compostaggio Progeva si scontra è la gestione dei materiali non compostabili presenti all’interno dei rifiuti organici conferiti e rilevati nell’ambito delle analisi merceologiche effettuate periodicamente.

Tra i materiali non compostabili riscontrati, si segnala per l’appunto anche la presenza di vetro che oltre a comportare una serie di criticità di smaltimento legate alle difficoltà di rimozione di questo materiale attraverso il naturale processo di raffinazione impiantistica, determina significativi svantaggi a carico della comunità.

L’abbassamento del trend di raccolta differenziata e riciclo del vetro da parte dei Comuni e il correlato spreco di questa preziosa risorsa non avviata correttamente a recupero è infatti direttamente proporzionale ad un aggravio dei costi di smaltimento che pesano sulle Amministrazioni e dunque sui cittadini.

Il risultato? Un danno a noi stessi e all’ambiente che ci circonda che di fatto determina l’inammissibile dispersione del potenziale economico e ambientale di un materiale 100% naturale che, ribadiamo, se correttamente conferito, risulta riciclabile all’infinito.

“L’Italia che è tra i Paesi più virtuosi d’Europa per le percentuali di raccolta differenziata degli imballaggi di vetro, è tuttavia fanalino di coda per quanto riguarda la qualità.”

Ad affermarlo è Gianni Scotti, Presidente Co.Re.Ve. (Consorzio Recupero Vetro), sottolineando la necessità di adottare un cambio di passo per evitare inutili sprechi e sostenere l’economia circolare del vetro.

Come? Impegnandosi a separare correttamente i rifiuti.

Innanzitutto è importante ricordare che la raccolta differenziata del vetro riguarda solo gli imballaggi (come bottiglie e vasetti) e non ogni materiale di questo tipo e che è indispensabile evitare i cosiddetti “falsi amici” del vetro, cioè: piatti, tazzine o altri oggetti di ceramica, bicchieri o altri oggetti di cristallo, contenitori in pyrex. Tutti rifiuti che vanno messi nei contenitori della raccolta indifferenziata.

Naturalmente, a monte di queste fondamentali raccomandazioni vi è anche quella di evitare categoricamente di conferire il vetro unitamente alla frazione organica al fine di non ostacolare e inficiare il lavoro di gestione, trattamento e valorizzazione portato avanti dalle filiere di recupero preposte, lavoro che, sottolineiamo, agisce a beneficio e vantaggio di tutti, alimentando un’economia circolare e rigenerativa.

Assumiamo una maggiore consapevolezza dell’importanza delle nostre abitudini e gesti quotidiani. Impegniamoci nel portare avanti scelte sostenibili ed azioni sostenibili, ricordando che una corretta raccolta differenziata è lo strumento più importante che abbiamo a disposizione per farlo.

 

Dalla terra alla Terra, assieme al CIC per celebrare la Giornata Mondiale del Suolo

Salvaguardia, difesa, rigenerazione. Parole chiave ovvero atti concreti finalizzati a prevenire e ridurre il degrado di una delle risorse più importanti del Pianeta: il suolo.

Il 4 dicembre prenderemo parte alla quarta edizione del Convegno “Dalla terra alla Terrail suolo tra cambiamenti climatici e nuovi stili di vita” promosso dal CIC- Consorzio Italiano Compostatori, fornendo un contributo all’iniziativa che mette al centro del dibattito il potere e al contempo l’enorme fragilità di una delle principali risorse strategiche d’Europa.

Risorsa che garantisce la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici; Anello fondamentale della vita, della prosperità e del futuro del Pianeta.

Il Convegno si svolgerà quest’anno online e riunirà esperti ed operatori del settore del biowaste, anche con una panoramica europea e internazionale.

Si parlerà del Green New Deal e della bioeconomia circolare, del ruolo della sostanza organica per la conservazione e il miglioramento della qualità dei suoli.

Infine, saranno raccontati gli sviluppi di Fra’ Sole, il progetto di sostenibilità del Complesso Monumentale del Sacro Convento di Assisi che prevede anche un punto di compostaggio circolare installato nei pressi degli orti del Sacro Convento in collaborazione con il CIC.

L’evento sarà trasmesso in streaming sulle Pagine Facebook CIC e Ricicla TV e potrà essere seguito anche su Twitter tramite l’hashtag #DallaTerraAllaTerra e il profilo ufficiale del CIC @ConsorzioCIC.

 

Progeva e il suo impegno per l’ambiente: il riconoscimento nell’edizione Nazionale del Premio Industria Felix

Tre giorni, dal 16 al 18 novembre, dedicati alle aziende italiane più virtuose, premiate a seguito di una selezione condotta sull’intero territorio nazionale da un qualificato Comitato Scientifico, che ha individuato sulla base dei dati di bilancio 2018, le imprese italiane meritevoli di riconoscimento.

Il Premio Industria Felix — L’Italia che compete e riparte 2020, ha inaugurato quest’anno la sua prima edizione Nazionale, in occasione della quale Progeva è stata insignita di un’Alta Onorificenza di Bilancio, emergendo tra le Top imprese italiane per performance gestionale e affidabilità finanziaria del settore Ambiente.

La cerimonia di premiazione si è tenuta in modalità online lunedì 16 novembre.

Grati per il prestigioso riconoscimento ricevuto continueremo ad onorare la terra che ci sostiene lavorando per promuovere i processi circolari.

Continueremo a porre l’innovazione tecnologica al servizio della sostenibilità.

Ci impegneremo a dimostrare che la tutela dell’ambiente rappresenta una leva di crescita economica e sociale imprescindibile e fondamentale per il nostro paese.”

Premio Industria Felix, anche quest’anno Progeva sul podio delle aziende vincitrici

Si è tenuta stamane, in modalità online, l’edizione 2020 del Premio Industria Felix, La Puglia, la Basilicata e il Molise che competono.

Un prestigioso evento di rilevanza nazionale, nato nel 2015 al fine di premiare le eccellenze imprenditoriali con bilanci virtuosi.

Per il secondo anno consecutivo Progeva è sul podio delle aziende premiate: il 26 giugno 2019 il Comitato Scientifico di Industria Felix la segnalava come miglior impresa a vocazione internazionale della provincia di Taranto.

Oggi le conferisce un’Alta Onorificenza di Bilancio come miglior impresa Femminile e migliore Piccola impresa della provincia di Taranto per performance gestionale e affidabilità finanziaria.

Responsabili oltre che beneficiari di questo riconoscimento. Così ci sentiamo.

Responsabili di portare avanti l’ambizioso quanto necessario progetto nato e allevato grazie alla guida e alla passione della mente femminile che è ai vertici dell’azienda e all’indispensabile contributo di tutti i soci e collaboratori aziendali.

Così Lella Miccolis, Amministratore Unico di Progeva, commenta la ricezione del Premio:

 “Sono molto orgogliosa di ricevere questo prestigioso premio per me, per i miei colleghi, per i nostri collaboratori che si sono tanto prodigati in questi anni per il raggiungimento di brillanti risultati che si traducono non esclusivamente in termini economico-finanziari ma bensì in conciliabilità con le esigenze delle comunità e dei territori serviti. Grazie da tutti noi per aver reso pubblici i nostri sforzi.”

Allevare una crescita sostenibile ed una produttività in grado di rigenerare il futuro anziché depredarlo delle sue risorse economiche, occupazionali ed ambientali. Continuare ad essere un’esempio concreto di economia circolare.

Questa per Progeva era, è e continuerà ad essere la strada da percorrere.

Strategica, essenziale, sicura: esperti e addetti ai lavori ribadiscono l’importanza di preservare la filiera di gestione e recupero del rifiuto organico ai tempi del Covid-19

Le misure governative che accompagnano la gestione dell’emergenza Covid-19, al fine di limitare i rischi legati ad eventuali contagi, impongono la sospensione della raccolta differenziata per tutti colori i quali abbiano contratto il Coronavirus o si trovino in quarantena obbligatoria.

Anche i rifiuti organici prodotti dalle utenze di cui sopra sono di fatto assimilati ai rifiuti indifferenziati e come tali vengono smaltiti. Decisione che incontra le perplessità di alcuni tra i massimi esperti nazionali e addetti ai lavori.

Nella videoconferenza sul tema della raccolta del rifiuto organico e del relativo compostaggio organizzata da Eco delle Città lo scorso 3 aprile, sono intervenuti Roberto Cavallo, scrittore e divulgatore scientifico, Alberto Confalonieri, coordinatore del Comitato Tecnico del Consorzio Italiano Compostatori, Carmine Pagnozzi, direttore di Assobioplastiche ed Enzo Favoino della Scuola Agraria del Parco di Monza e direttore scientifico di Zero Waste Europe.

Questi ultimi hanno sottolineato che la filiera di gestione e trattamento del rifiuto organico è una filiera essenziale, strategica e innanzitutto sicura.

Filiera sicura perché regolamentata da procedure codificate, protocolli certificati, presidi di sicurezza, aspetti tecnici e modalità di raccolta e trattamento garantiti che potrebbero permettere di continuare a differenziare e dunque avviare a compostaggio anche il rifiuto organico proveniente da soggetti positivi al Covid-19 o in quarantena.

Il motivo, affermano gli esperti, è presto spiegato: il rifiuto organico viene avviato a processo di compostaggio attraverso il ricorso all’esclusiva movimentazione meccanica e una volta consegnato alla fase di bio-ossidazione accelerata, viene immediatamente sottoposto a fermentazione.

La fermentazione permette di raggiungere temperature molto elevate, tali da assicurare la completa igienizzazione ovvero l’eliminazione dei patogeni presenti nelle matrici organiche trattate, mantenendo al contempo inalterata la flora microbica che sovrintende ai processi di trasformazione, stabilizzazione e humificazione della sostanza organica, dalla cui definitiva lavorazione otterremo la produzione di compost igienicamente sicuro e privo di semi infestanti.

Quella dell’organico, affermano gli esperti di settore e addetti ai lavori, è dunque una filiera assolutamente sicura oltre che essenziale perché svolge servizi di pubblica utilità, valorizzando al contempo le risorse ambientali, lo sviluppo sostenibile, la creazione di posti di lavoro, la nascita di un ambiente più sano e così facendo traccia il percorso verso l’economia circolare. Un percorso che le odierne vicende ci insegnano essere quantomai urgente e necessario.

È una filiera strategica, la cui piena operatività necessita di essere garantita sempre e a maggior ragione in questo momento storico assai complicato. Un momento che ci porta a fare i conti con un’ormai indifferibile riconversione ecologica, etica e comportamentale indirizzata a proteggere la salute dell’uomo e quella del Pianeta, mediante la valorizzazione delle preziose risorse ambientali.

Al seguente link potrete consultare la videoconferenza completa:www.ecodallecitta.it/videoconferenza/

ICAW Settimana internazionale della consapevolezza del compost, 3 – 9 maggio 2020

Le principali organizzazioni e associazioni mondiali impegnate a sviluppare il recupero dei rifiuti organici attraverso il compostaggio di qualità lavorano in maniera sinergica per promuovere la 25a edizione della settimana internazionale della consapevolezza del compost (ICAW).

Nata  su iniziativa dei compostatori americani US Composting Council, la Fondazione promuove la produzione e l’utilizzo del compost, le tecnologie, le buone pratiche e i benefici per supportare la conservazione delle risorse e l’arricchimento di sostanza organica per il suolo.

Anche il  Consorzio Italiano Compostatori (CIC)  del quale l’azienda Progeva è socia, è tra le organizzazioni in prima linea  nel promuovere l’iniziativa auspicando di poter ribadire, tramite l’adesione e il supporto alla stessa, l’importanza di una corretta raccolta differenziata degli scarti organici e del loro adeguato recupero e trattamento negli  impianti di compostaggio.

Dal 3 al 9 maggio in tutto il Mondo sono previste una serie di attività ed eventi contemporanei promossi dalle associazioni locali con i governi, comuni, scuole e imprese.

Iniziative accomunate dalla volontà di affermare un fondamentale messaggio: Soil Loves Compost.

E che i suoli “amino” il compost, affermano i promotori dell’iniziativa, è dato ormai consolidato, in virtù degli innumerevoli benefici agronomici e ambientali dello stesso:

  • Concimare in modo naturale e sostenibile
  • Ridurre l’uso di pesticidi e prodotti chimici
  • Abbattere l’inquinamento ambientale
  • Ridare vita alla terra, nutrendola adeguatamente.

Al seguente link potrete trovare molte informazioni utili su ICAW 2020 e sugli eventi in programma: https://www.compostfoundation.org/ICAW/ICAW-Home, che quest’anno non saranno “in sito” ma virtuali.

 

 

Analisi merceologiche, rifiuti organici sotto esame

Le analisi merceologiche rappresentano la lente d’ingrandimento che restituisce una visione chiara della qualità dei rifiuti organici conferiti in impianto di compostaggio e l’altrettanto chiara consapevolezza che puntare alla qualità prima che alla quantità di questi ultimi sia un tassello fondamentale per:

  • ottimizzare il processo di trattamento e recupero dei rifiuti organici;
  • ridurre gli scarti da avviare a smaltimento in discarica e/o inceneritore;
  • recuperare i rifiuti organici e mediante adeguato processo di compostaggio industriale, trasformarli in una preziosa materia prima seconda, ovvero compost di qualità certificata.

Il compost (Ammendante Compostato Misto) si qualifica come fertilizzante organico il cui uso è consentito e fortemente consigliato in agricoltura convenzionale e biologica per migliorare la struttura del terreno e incrementarne la fertilità.

Tuttavia per caratterizzarsi come prodotto efficace, efficiente e sicuro, il compost deve necessariamente rispondere agli standard qualitativi richiesti dalla normativa nazionale sui fertilizzanti e ovviamente ai requisiti imposti dal mercato.

E dunque puntare alla sua qualità è un elemento fondamentale tanto per l’ambiente, poiché consente la trasformazione di una scarto in risorsa che torna alla terra, culla che l’ha generata, quanto per l’economia, poiché gli scarti organici se non correttamente conferiti finiscono in discarica e /o inceneritore, attività i cui costi economici ed ancora una volta ambientali incidono significativamente sulle nostre tasche, sulla nostra salute e su quella del Pianeta, poiché tali attività contribuiscono all’emissione di gas climalteranti.

I rifiuti conferiti in impianto per “superare l’esame della circolarità”, ovvero divenire preziose risorse, devono essere per così dire “puri”, cioè tali da poter essere inseriti nel processo di compostaggio industriale.

A tal fine gli impianti di compostaggio effettuano periodicamente controlli merceologici, attività che consistono nell’analizzare, mediante l’applicazione di procedure specifiche, campioni rappresentativi dei rifiuti organici attraverso cernita manuale e pesatura delle diverse componenti costituenti il campione. Tale procedura si definisce “analisi merceologica”.

In merito a quest’ ultimo punto è bene sottolineare che, mediante un’attività che ha previsto nell’arco del 2018 circa 900 monitoraggi di rifiuti provenienti da numerosi comuni italiani, il CIC-Consorzio Italiano Compostatori ha rilevato che la purezza merceologica del rifiuto organico conferito agli impianti (media italiana) supera il 95 %.

Tuttavia, nonostante il dato riportato dal CIC sia incoraggiante, è bene effettuare alcune precisazioni: per quanto infatti tale dato attesti che il livello di impurità merceologica riscontrata è del 5%, è pur sempre un dato che si basa su una stima media che comunque sottende una disomogeneità tra gli areali italiani più virtuosi, che contribuiscono in misura maggiore al raggiungimento di un trend positivo ed altri areali italiani in cui continuano a registrarsi picchi di impurità merceologica che si attestano attorno al 10/15%.

Inoltre si aggiunge a questa considerazione anche un’altra di carattere tecnico: ad un punto percentuale di impurità (MNC-materiale non compostabile) in ingresso in impianto, corrisponde per effetto di trascinamento di materiale compostabile che resta intrappolato nelle impurità rimosse, un coefficiente di 2,6.

Ne consegue che, ad ogni punto percentuale di impurità corrisponde realmente una percentuale di frazioni estranee da smaltire pari a 2,6 %.

Alla luce di ciò, il dato medio nazionale indicato dal CIC, pari ad una percentuale di impurità (MNC) del 5%, a causa dell’effetto di trascinamento sopra descritto, è da considerarsi effettivamente pari al 13%.

All’interno delle sopracitate frazioni estranee continua a persistere in maniera significativa la presenza di sacchetti in plastica tradizionale, erroneamente utilizzati per il conferimento dell’organico.

Tali sacchetti costituiscono il 25% del materiale non compostabile rilevato e non possono essere recuperati assieme agli scarti alimentari in essi contenuti, diversamente da quelli biodegradabili e compostabili certificati secondo la norma UNI EN 13432:2002.

I sacchetti in plastica tradizionale devono necessariamente essere avviati a smaltimento nelle discariche e/o presso gli inceneritori, decisamente pochi sul territorio e limitati in termini di capienza e di capacità di accoglimento, oltre che economicamente e ambientalmente poco sostenibili.

E dunque se da un alto l’Italia si conferma Paese leader in Europa per la Raccolta Differenziata, con un settore del riciclo di rifiuti organici che nell’ultimo decennio, secondo le stime del CIC, ha subito una crescita di oltre l’8,5% su base annua, dall’altro incalza la necessità di tornare a ribadire l’importanza di fare di più e soprattutto di farlo ancora meglio.

Valorizzare il capitale naturale del nostro Pianeta, contrastare la “cultura dello scarto e dello spreco”

«La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia».

Questa è una frase che travalica i confini religiosi entro i quali è stata concepita per divenire denuncia, universalmente accolta, di quello che il modus operandi dell’uomo contemporaneo ha prodotto: la “cultura dello scarto e dello spreco”, la cultura della non curanza, una realtà nella quale l’ambiente viene percepito come altro da sé ed in quanto tale destinato, spesso inconsapevolmente, all’ indifferenza.

Le conseguenze infelici di questo agire autoreferenziale sono sotto gli occhi di tutti, ciò che forse non è ancora abbastanza evidente è che più si alimenta tale cultura,  più si allontana l’idea di poter costruire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, a vantaggio e beneficio di ognuno di noi.

Un esempio fra tutti: il valore della frazione umida dei rifiuti solidi urbani.

Certo, non è di immediata comprensione l’idea che la famosa buccia della mela e i suoi pari vegetali e animali, se correttamente conferiti nel circuito della raccolta differenziata ed opportunamente trattati in impianto di compostaggio, possano recuperare valore.

Un valore che consiste nella loro trasformazione in una vera e propria risorsa: il compost, fertilizzante naturale in grado di apportare al suolo sostanza organica, la più alta riserva terrestre di carbonio e di contribuire ad arginare un fenomeno che sta letteralmente divorando il pianeta: la desertificazione del suolo.

E molto probabilmente non è neppure immediato comprendere che se nelle nostre case effettuiamo la raccolta differenziata in modo scorretto, stiamo di fatto contribuendo ad alimentare indirettamente i fenomeni di riscaldamento globale.

E invece è possibile, accade davvero ed è quantomai urgente acquisirne consapevolezza.

I cambiamenti climatici sono dovuti alla produzione non solo di anidride carbonica (CO2) derivante dagli svariati processi di combustione nelle attività umane, ma anche metano (CH4) rilasciato dalla decom­posizione dei rifiuti biodegradabili nelle discariche.

E allora diamo valore ai nostri gesti quotidiani: come?

Differenziando i rifiuti in maniera corretta e contenendo le eccedenze alimentari.

Due operazioni semplici ma fondamentali per sostituire alla “cultura dello scarto e dello spreco”, quella della cura e dell’interdipendenza con la terra che abitiamo, con la sua prosperità e con la possibilità che possa ancora essere culla ospitale, benevola e generosa per le generazioni future.

“Save Organics in Soil”: Progeva aderisce all’iniziativa Europea per la salvaguardia del suolo

Il 7 ottobre 2019 a Bilbao, durante il World Congress 2019 di ISWA, il Consorzio Italiano Compostatori ed ECN – European Compost Network hanno presentato la piattaforma internazionale S.O.S. Soil- Save Organics in Soil a favore del mantenimento della sostanza organica nei suoli.

Nata per tutelare una delle principali risorse vitali e non rinnovabili del nostro Pianeta – il suolo –la Piattaforma S.O.S. Soil ha come obiettivo principale quello di diventare un interlocutore di riferimento per le Istituzioni in merito ad una corretta gestione delle politiche di sviluppo sostenibile, che tengano conto anche della salvaguardia dei suoli.

Questi i punti chiave:

– Aumentare la sostanza organica nei suoli.

– Incoraggiare una gestione più efficiente e consapevole dei nutrienti sui terreni agricoli.

– Proteggere il carbonio stoccato nel suolo, riducendone al minimo la perdita.

– Lavorare sull’importanza che gioca il recepimento delle Direttive Europee a livello nazionale.

Ad oggi hanno aderito numerose organizzazioni, enti, società per sostenere questa iniziativa che avrà tanto più successo quante maggiori saranno le adesioni.

A breve verrà messo on-line il sito ufficiale, già accessibile all’indirizzo www.saveorganicsinsoil.org.

Per condividere, incoraggiare e aderire all’iniziativa, clicca qui!

In allegato il Manifesto di presentazione dell’iniziativa lanciata dal Direttore del CIC, Massimo Centemero, a Bilbao: Manifesto S.O.S Soil