La direttiva SUP si innesta sulla legislazione europea vigente in materia di rifiuti quale norma speciale, stabilendo disposizioni più severe per i tipi di prodotti e di imballaggi più spesso rinvenuti come rifiuti sulle spiagge europee e che contribuiscono all’inquinamento ambientale da microplastiche.
Obiettivo della stessa è la riduzione, a partire dal 2021, del consumo di articoli monouso in plastica sul territorio europeo.
Il divieto non colpisce tutti i prodotti allo stesso modo ma è valido nello specifico per gli oggetti per i quali esistono alternative in commercio facilmente disponibili.
A partire dal 2021, sarà operativo il divieto di commercializzazione per cotton fioc, cannucce, piatti, posate, mescolatori per bevande e aste per palloncini, contenitori con o senza coperchio in polistirene espanso (EPS) per consumo immediato o asporto di alimenti realizzati in plastica monouso.
Il medesimo divieto colpirà tutti i prodotti (monouso e non) realizzati in plastica oxo-degradabile.
Per quanto riguarda invece i contenitori per alimenti e le tazze per bevande in plastica, gli Stati membri sono tenuti a ridurne l’uso, rendendo disponibili prodotti alternativi.
Il divieto non riguarda i prodotti per cui non esiste alternativa sul mercato, come ad esempio le salviettine umidificate e gli assorbenti igienici.
Particolare attenzione dovrà essere tuttavia riservata agli imballaggi di tali prodotti, che dovranno presentare un’etichetta che indichi chiaramente al consumatore sia l’impatto negativo sull’ambiente che i corretti metodi di smaltimento.
In riferimento a quest’ultimo punto è bene sottolineare che la direttiva rafforza l’applicazione del principio “chi inquina paga”, introducendo una responsabilità estesa per i produttori.
Questo nuovo regime si applicherà ad esempio ai filtri di sigaretta e agli attrezzi da pesca, per garantire che i produttori sostengano i costi di gestione a fine vita di tali articoli, come pure i costi delle campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini.
Per incentivare il riciclo la direttiva stabilisce un obiettivo di raccolta del 90% per le bottigile in PET, da raggiungere entro il 2029.
Prevede inoltre che, entro il 2025, il 25% delle bottiglie di plastica dovrà essere composto da materiali riciclati.
Tale quota salirà al 30% entro il 2030.